sabato 10 dicembre 2011

2011: PUBBLICATO IL BILANCIO DI MISSIONE CONGIUNTO EMMANUELE MACALUSO / FACTORY PERFORMANCE E IL BILANCIO SOCIALE DEL MANIFESTO DEL MARKETING ETICO.

ISSUE n° 21 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura: 5 minuti)

Il 2011 è stato un anno straordinario, impegnativo e ricco di soddisfazioni.

In collaborazione con Factory Performance e il Comitato Etico Scientifico del Manifesto del Marketing Etico abbiamo deciso di pubblicare i relativi bilanci di missione e sociali.

Per la seconda e ultima volta il mio bilancio di missione e quello dell'associazione Factory Performance sono redatti e resi pubblici in modo congiunto. Da novembre infatti, in concomitanza con la partenza del Manifesto del Marketing Etico, ho dato le dimissioni dalla presidenza dell'associazione per non incorrere in "conflitti di interesse" relativi ad alcuni progetti professionali.

La notizia era stata già divulgata dalle pagine del blog dell'associazione.

A partire dal prossimo anno quindi, il sottoscritto e l'associazione avranno due bilanci di missione distinti.

Puoi leggere il II° Bilancio di Missione congiunto Emmanuele Macaluso / Factory Performance al seguente link http://www.emacaluso.com/images/DOWLOADS/Bilancio%20Sociale%20Factory%20Performance%20Emmanuele%20Macaluso%202011.pdf.

Il Bilancio è disponibile anche sul blog ufficiale dell'associazione all'indirizzo http://factoryperformance.blogspot.com .



Discorso a parte per il Manifesto del Marketing Etico. Nato lo scorso 11.11.11, a soli 29 giorni dalla partenza, il Comitato Etico Scientifico presenta il suo primo bilancio sociale. Un vero e proprio record!
E' possibile scaricare il I° Bilancio Sociale del Manifesto del Marketing Etico dalla home page del sito ufficiale all'indirizzo www.manifestodelmarketingetico.org

Leggendolo, si noterà come, nonostante dietro al Manifesto del Marketing Etico non ci sia un ufficio stampa o un'agenzia di relazioni pubbliche, il progetto stia prendendo sempre più i contorni di un vero e proprio "caso mediatico", grazie all'interesse che si sta sviluppando in queste ore dal punto di vista mediatico e accademico.

Il 2012 sarà un anno ancora più intenso, durante il quale il mio impegno sarà rivolto ancora nella direzione della divulgazione scientifica sul territorio e nel web.

Appuntamento a gennaio quindi, dopo le festività ritorneremo a condividere i nostri case history su questo blog.

Passa del tempo di qualità con chi ti sta accanto e approfitta per riposare, l'anno prossimo avrò ancora bisogno di te, spero che mi affiancherai nella mia avventura umana e professionale.

Emmanuele Macaluso


Link utili e collegati al post:
- II° Bilancio di missione congiunto Emmanuele Macaluso / Factory Performance
http://www.emacaluso.com/images/DOWLOADS/Bilancio%20Sociale%20Factory%20Performance%20Emmanuele%20Macaluso%202011.pdf
http://factoryperformance.blogspot.com

- I° Bilancio sociale Manifesto del Marketing Etico
www.manifestodelmarketingetico.org

lunedì 10 ottobre 2011

11.11.11 - IL MANIFESTO DEL MARKETING ETICO PRENDE VITA E FA CADERE LE BENDE INVISIBILI

SPECIAL ISSUE MARKETING BLOG – (n° 20)

(Tempo di lettura previsto: 6 minuti)



“Sei sicuro di essere tu a scegliere cosa comprare?...”


Questo non è un post come gli altri, quindi faccio appello alla tua attenzione.

Lo scorso aprile con una lettera aperta su questo blog ti avevo preannunciato la nascita di un progetto al quale lavoro da ormai 2 anni e mezzo. È giunto il momento di uscire allo scoperto e di condividere con te quello che sta per succedere, e che nelle mie intenzioni vuole essere intelligentemente rivoluzionario.

Venerdì 11.11.11 comincerà ufficialmente il cammino del Manifesto del Marketing Etico©, un progetto che si rivolge agli addetti del settore e contemporaneamente alle persone che tutte insieme formano il “mercato”.

Il Manifesto è un insieme di regole attraverso le quali ho provato a regolamentare, secondo principi etici, i rapporti tra gli uomini di marketing e le milioni di persone che “subiscono” le scelte degli strateghi. Un documento formale, perfettibile, che rappresenta il primo passo concreto verso una direzione che ritengo giusta.

Negli ultimi anni, di etica e mercato si è parlato molto, tuttavia non si è mai andati oltre alla discussione filosofica dell’argomento. In parole povere se ne è parlato molto ma si è fatto molto poco, o nulla. Nel frattempo la degenerazione etico-professionale del settore ha raggiunto picchi negativi inauditi, che hanno portato a risultati economici e sociali disastrosi.
Sono state create malattie, bisogni e status sociali con il solo obiettivo di vendere, senza la minima forma di rispetto per il mercato.

Ho deciso di passare dalle parole ai fatti, perché credo che nessun cambiamento possa avvenire restando immobili e facendo finta di non vedere.

Il documento sarà visibile e sottoscrivibile a partire dall’undici novembre sul sito ufficiale del progetto all’indirizzo
www.manifestodelmarketingetico.org.

Come ho detto il Manifesto del Marketing Etico© è perfettibile, per questo spero che oltre alle critiche che ci pioveranno addosso (da coloro che preferiscono ottenere i loro risultati in modo semplice e giocando sporco), arrivi qualche indicazione che possa aiutarmi a migliorarlo, ad aggiornarlo ed ampliarlo.

Contemporaneamente ho deciso di rivolgermi alla gente comune, mettendo a disposizione la mia esperienza di uomo di marketing per raccontare “gli sporchi trucchi del mestiere” attraverso i quali la possibilità di scelta viene pilotata.
Penso sia arrivato il momento di condividere consapevolezza e di dare l’opportunità di comprendere quei meccanismi tecnici e mentali che sono alla base degli impulsi all’acquisto.

Questa attività di condivisione della consapevolezza sarà effettuata attraverso serate divulgative che sono riconoscibili con il titolo di “Bende invisibili” ©.



Il prossimo 11 novembre presenterò ufficialmente il progetto attraverso una serata divulgativa a teatro, ovviamente dal titolo “Bende Invisibili” ©.
Sarà la prima volta che il Manifesto del Marketing Etico arriverà tra la gente.
Succederà a Torino, presso il Teatro Cardinal Massaia alle ore 20.45.
Spero che tu voglia esserci, e che il nostro incontro con il Manifesto possa far cadere quella Benda Invisibile che non hai scelto di indossare e che coprendo il tuo viso ti porta ad avere una visione distorta della realtà.

Se vuoi far parte dell’inizio di questa “Rivoluzione intelligente” come è stata già definita dalla stampa, puoi rivolgerti a me o al teatro per i biglietti. La serata è organizzata dall’associazione Factory Performance©.

Ma non solo… “Bende invisibili – Manifesto del Marketing Etico” © è anche il titolo del libro, edito da Marco Valerio Editore, che ho scritto sull’argomento e che sarà messo in vendita a partire da venerdì 11.11.11, in concomitanza con la partenza dell’intero progetto.

Spero che dopo questa lunga attesa, le informazioni che ti ho dato attraverso questo post possano aiutarti a comprendere quanto sia importante dare un segno di cambiamento concreto che non possiamo delegare ad altri.

Prima di salutarti desidero dirti che il Manifesto e tutte le attività di divulgazione si basano su parametri scientifici e non hanno nulla a che vedere con talvolta fantasiose “teorie del complotto”.

Quello che vedrai e apprenderai sarà tutto vero.

Mi auguro di vederti l’undici a teatro, ti invito a commentare questo post e a contattarmi per avere ulteriori informazioni.

Links:
Guarda il nuovo trailer del Manifesto del Marketing Etico all’indirizzo:
http://www.youtube.com/user/EthicalMktgManifesto
Il sito ufficiale del progetto è al link www.manifestodelmarketingetico.org

Contact:
Mail:
emmanuele.macaluso@gmail.com
Web: www.emacaluso.com
Facebook:
http://www.facebook.com/people/Emmanuele-Macaluso/100000025638497
Twitter: http://twitter.com/#!/E_Macaluso
Linkedin:http://it.linkedin.com/pub/emmanuele-macaluso/7/61/a92

Legal advice:
I loghi Manifesto del Marketing Etico© e Bende Invisibili© sono protetti da copyright dall’associazione Factory Performance e da Emmanuele Macaluso, tutti i diritti sono riservati.

mercoledì 14 settembre 2011

STEVE JOBS: ADDIO O ARRIVEDERCI?

ISSUE n° 19 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura: 2 minuti e mezzo)
Mi ero ripromesso di utilizzare il post di settembre per parlare del progetto sul quale lavoro da molto tempo ormai. Tuttavia ho deciso di modificare la strategia per rendere omaggio ad una persona, ad un professionista, che è stato molto importante nella mia formazione professionale e umana.

Era il 24 agosto quando Steve Jobs annunciava l’addio alla leadership della Apple per motivi di salute.
Le voci sul suo stato di salute sono al centro delle cronache di settore da anni ormai, tuttavia tra annunciati ritiri a rientri a sorpresa durante le presentazioni dei prodotti, Jobs ci ha abituati ad una tenacia non comune.
La sua storia personale e professionale è ricca di aneddoti, difficoltà superate e contraddizioni che fanno di lui una sorta di supereroe fortemente umanizzato.

A due mesi dall’inizio dell’importante progetto che ho annunciato tramite una lettera aperta lo scorso aprile sul mio MKTG Blog, desidero ringraziare Steve perché è stato per me fonte di ispirazione, nonostante i controsensi tipici della natura umana, durante i momenti cruciali della mia carriera e della mia esistenza.

A te che leggi, rimando l’appuntamento al prossimo 10 ottobre, data in cui svelerò molto di più del progetto, ad un mese dalla sua partenza. Dovremo correre a causa dello slittamento che ho causato per rendere omaggio a Steve. Quindi… preparati a correre.

A te Steve invece… in bocca al lupo



PS. Se non lo avessi ancora fatto, ti consiglio di vedere il discorso che Steve Jobs ha fatto all'università di Stanford nel 2005, sono certo che ti aiuterà a comprendere perché ho deciso di scrivere questo post. Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=oObxNDYyZPs

mercoledì 13 luglio 2011

NON SARA' UNA VACANZA

ISSUE n° 18 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura: 2 minuti)

Ultimo post prima delle vacanze che per me e il mio staff non sarà una pausa! Era il 10 aprile quando con una lettera aperta annunciavo la preparazione di un progetto al quale sto lavorando ormai da tempo. In questi 3 mesi sono successe tante cose, molte delle quali mi hanno convinto dell’opportunità di arrivare alla meta e di dar vita ad un cambiamento nel mio settore di riferimento.

Una “Rivoluzione intelligente” della quale ho parlato anche in un’intervista pubblicata da “Digi.To” e da “La Stampa” firmata da Silvia Calvi e che ti invito a leggere (troverai i links in fondo al post).

Durante il mese di agosto, in collaborazione con il mio staff e l’associazione Factory Performance metteremo a punto gli ultimi elementi strategici che ci permetteranno di partire ufficialmente il prossimo autunno. Spero che i nostri sforzi possano riscontrare la tua attenzione e possano aiutarti a comprendere la differenza tra “guardare” e “vedere”.

Ti auguro quindi buone vacanze, passa del tempo di qualità con le persone a cui tieni, noi ci terremo in contatto a partire dal prossimo 10 settembre con il primo post della stagione lavorativa 2011/2012.
Grazie ancora per la tua preziosa attenzione, buone vacanze.

Emmanuele Macaluso

Links utili:- Articolo apparso su “La Stampa”e dedicato ad Emmanuele Macaluso e al suo progetto http://www3.lastampa.it/digito-news/sezioni/municipio-le-testimonianze/articolo/lstp/408137/ - Articlo apparso su “Digi.To” e dedicato ad Emmanuele Macaluso e al suo progettohttp://www.digi.to.it/notizieDettaglio.asp?idNews=1434

sabato 11 giugno 2011

È (PURTROPPO) ANCHE UNA QUESTIONE DI TEMPO.

ISSUE n° 17 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura: 6 minuti)
Nonno: “Maximilione, chiedimi qual è la cosa più importante nella comicità”
Max: “Qual è la cosa più importante nella comicità?”
Nonno: “i tempi!”
(risata)
Da “Un’ottima annata” di Ridley Scott - 2006
__________________________________________________
Questo mese, partendo da un breve episodio tratto dalla sceneggiatura di uno dei miei film preferiti, desidero condividere con te una mia riflessione circa l’importanza del tempo nelle strategie di marketing e comunicazione.

Per chi si occupa di marketing, fino a qualche tempo fa le problematiche derivate dal “fattore tempo” erano strettamente legate alla scelta dei tempi relative ai fattori decisionali e applicativi.

In parole povere: fare la scelta giusta nel momento giusto.

Se si riusciva a fare quanto scritto nella riga precedente il successo della strategia diventava quasi garantito. Oggi il fattore tempo pone altre problematiche tecniche.

Sono certo del fatto che non farai fatica a ricordare i terribili avvenimenti dell’undici settembre 2001. Le immagini che hai visto e la ripetitività con la quale tutti i telegiornali e gli organi di informazione ti hanno colpito, hanno fatto sì che la tua memoria immagazzinasse non solo l’avvenimento, ma anche delle “immagini” con le quali a distanza di anni rivivi in modo “iconografico” quei tragici momenti.
È come se quell’evento facesse parte di te, delle tue ansie, delle tue paure e della tua visione del mondo. Ed è così che a distanza di quasi 10 anni noi ne parliamo ancora. Era come se nel 2001, il tempo avesse ancora il potere di dilatarsi per seguire ogni singolo individuo nel suo percorso di vita.

So che fino adesso non ti ho detto ancora niente di nuovo, ma la vera riflessione arriva adesso:
Dell’undici settembre ne parliamo ancora oggi e con grande facilità.

Nei primi giorni di maggio (non più tardi di un mese fa quindi), è stato ucciso quello che per tutti era il responsabile di quei terribili avvenimenti. Ovviamente sto parlando di Osama Bin Laden.
Nel corso dei dieci anni passati è stato definito in vari modi: il principe del terrore, lo sceicco del male ecc.
È passato un mese, se ne parla ancora?
Venduto come un successo politico e militare nelle ore successive all’uccisione, con una serie di dinamiche a dir poco “non chiare” come ad esempio la sua sepoltura in mare, nel giro di poche ore se ne sono perse tracce e memorie.

Ma ora usciamo dal discorso 11 settembre.

Della centrale nucleare giapponese chi ne parla?
Dell’inquinamento nel Golfo del Messico chi ne parla? Il petrolio sarà scomparso?
Dei files di Wikileaks chi ne parla? Doveva essere l’undici settembre della diplomazia
Del virus H1N1 chi ne parla? Avremmo dovuto essere tutti morti

E potrei andare avanti all’infinito passando da fattori legati all’informazione a prodotti commerciali che avrebbero dovuto cambiare il nostro modo di vivere ma che in realtà sono scomparsi nel giro di pochi mesi.

Al di là delle strategie di insabbiamento e comunicative, la verità è che quanto scritto in questo post deve farci capire che il tempo si è compresso.
È più difficile oggi creare, attraverso una strategia di marketing, qualcosa destinato a durare nel tempo.
Sarà frutto della crescente volatilità del “concetto prodotto”, e di altri fattori come l’eccessiva virtualizzazione dei valori percepiti ma alla fine il risultato non cambia: tutto viene ingurgitato e digerito in maniera troppo veloce dalla massa (e quindi dal mercato).
Il pubblico ormai si abitua velocemente a tutto, l’aumento dei canali di acquisizione delle notizie da parte dell’utente ha fatto sì che imparasse a selezionare solo le notizie di suo interesse, con un approccio on demand che sa di “usa e getta”.

E allora le domande da porsi diventano altre:

Chi comanda gli interessi della massa?
È possibile tornare a creare qualcosa che possa durare nel tempo?
È possibile tornare indietro e riuscire a rendere davvero più autonomo il mercato nel suo processo di scelta?

Mi auguro di poter contare sul tuo contributo, attraverso i commenti a questo post, per poter andare avanti in questa mia (e ormai nostra) riflessione.

Appuntamento al prossimo 10 luglio con un nuovo post.

Emmanuele Macaluso

martedì 10 maggio 2011

MATRIMONIO DEL SECOLO O “OPERAZIONE SIMPATIA?” ECCO I VERI NUMERI DELL’ENNESIMO MATRIMONIO DEL SECOLO… WEB COMPRESO.

ISSUE n° 16 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura: 5 minuti)






Quello di William e Kate è stato l’ennesimo matrimonio del secolo. Si erano usati questi toni per il matrimonio di Emanuele Filiberto, per quello di Tom Cruise e per qualche altra decina di coppie in giro per il mondo negli ultimi 15 anni.

Al di là di questa considerazione puramente giornalistica e comunicativa, ho avuto modo nelle ore successive all’evento di leggere alcune statistiche che mi hanno spinto a scrivere il post che stai leggendo.

Media e audience locale:
- 4 i network degli Stati Uniti che hanno mandato i loro anchor a Londra
- 60 le telecamere ufficiali che hanno seguito (con grande discrezione) l’evento in loco
- 22 gli studi televisivi montati davanti a Buckingham Palace (costo di 60.000 sterline l’uno)
- 1.000 i professionisti della sola BBC che hanno lavorato alla copertura mediatica dell’evento
- 1/2 milione di persone hanno acclamato gli sposi lungo i quasi 3 km di percorso dall’abbazia di Westminster a Buckingham Palace

Audience a livello mondiale:
- 2 miliardi, gli spettatori dell’evento a livello mondiale (contro i “soli 750 milioni delle allora nozze del secolo di Carlo e Diana)
- 38 milioni gli spettatori in Brasile
- 15.5 milioni in Francia
- 15 milioni in Sudafrica
- 9,6 in Canada
- 6 milioni in Australia
- 140.000 in USA

Quello che mi ha colpito analizzando questi dati è come i volumi vadano a vedere un incremento notevole soprattutto laddove la monarchia andava a perdere consenso dal punto di vista politico (vedi Australia e Sudafrica).

Ma oltre a questo, è interessante constatare come alcuni dati non siano presenti nella tabella che ho precedentemente inserito in questo post.
Alla luce di quanto ho analizzato, sarebbe tecnicamente corretto dire che la monarchia abbia provato ad andare a “caccia dei giovani”.

Il canale ufficiale reale su Youtube (
TheRoyalChannel) è stato totalmente “confezionato” in vista dell’evento, facendo scomparire ogni riferimento visivo alla Casa Reale e all’ormai anziana Regina Elisabetta.

A guardarlo bene più che del canale reale credo si possa parlare del canale di Will e Kate!

Tuttavia, se controlliamo i volumi di visualizzazione dei video ufficiali, dobbiamo prendere atto del fatto che sono deludenti visto la platea a disposizione e la copertura mediatica che l’evento ha avuto in tutto il mondo.

Il video più visualizzato ad oggi (08/05/2011) è quello del primo bacio dei due sposini sul balcone con circa 2 milioni e mezzo di caricamenti, in oltre 2 settimane di pubblicazione.

Alla luce di questi dati, nonostante l’operazione simpatia con i due giovani testimonial, il web non ha conquistato quella platea di giovani che ci si aspettava prima del matrimonio.

Forse alle favole non si crede più.
Forse il matrimonio non è più desiderato come un tempo.
Chissà, di fatto il grande successo mediatico dell’evento non ha centrato un target importante per il futuro della monarchia attraverso il canale web.

Su questo sono certo che gli efficienti strateghi inglesi stanno lavorando. O almeno glielo consiglio.

Concludo questo intervento facendo un ultimo appunto direttamente al Principe William: ”Will, Kate è molto carina, ma era meglio la sorella!”.

Grazie per la tua preziosa attenzione, nel caso non lo avessi ancora fatto ti consiglio di leggere anche il post del mese scorso e ti do appuntamento al prossimo 10 giugno.

A presto

Emmanuele Macaluso


Di seguito alcuni liks che mi sono stati utili per redigere questo post:
http://www.youtube.com/user/TheRoyalChannel
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/04/26/visualizza_new.html_897640723.html

domenica 10 aprile 2011

ANTICIPAZIONE: LETTERA APERTA AI LETTORI DEL BLOG E A COLORO CHE VOGLIONO IL CAMBIAMENTO.

ISSUE n° 15 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura: prenditi tutto il tempo che ti serve per comprendere ciò che leggerai)

Ciao, durante gli scorsi mesi abbiamo affrontato diversi temi che direttamente o indirettamente ci (e ti) riguardavano in prima persona.

Ti ho dimostrato come tutto quello che ci circonda sia assolutamente influenzabile dalle strategie di marketing. Ancor di più ti ho dimostrato come quelle stesse strategie di marketing vadano ad incidere sulle tue scelte, sul tuo libero arbitrio e quindi sulla tua vita.

Questo non è un post come gli altri, è qualcosa di più personale che voglio dedicarti, con la stessa abnegazione che negli ultimi anni ho applicato allo studio delle dinamiche comportamentali che ci guidano.

È giunto il tempo in cui dobbiamo farci delle domande vere, alle quali dare risposte altrettanto vere e razionali, la prima delle quali è “chi guida le nostre scelte e le nostre vite?”. Dovremmo essere noi, ma non è così!

Probabilmente ora penserai che stai leggendo lo scritto dell’ennesimo “soggetto” affetto dalla “sindrome dell’oracolo”, ma prima di continuare e di ridurre tutto a questa semplice etichettatura, così come ti è stato insegnato, pensa a quante cose ti ho fatto notare nei mesi scorsi, raccontandoti le strategie di marketing attuate da alcune aziende.

Avresti dovuto imparare a conoscermi, comprendendo che tutto quello che ho fatto era così vero e concreto da non potermi rendere un Don Chisciotte.

Alla luce di questo dovresti aver preso atto del fatto che vi sono persone che non guardano ma vedono. È il loro lavoro. Il mio.

Ecco perché ti scrivo, nei prossimi mesi comincerà l’attuazione di un progetto al quale sto lavorando da qualche anno. Un progetto attraverso il quale voglio parlare alle masse per rendere pubbliche molte di quelle strategie manipolatorie e soprattutto per insegnare al maggior numero di persone possibile a “vedere”.

Un progetto complesso, concreto e tecnicamente strutturato per raggiungere l’obiettivo del quale ti ho appena parlato. Se tutto quello che nei mesi scorsi ti ho raccontato è vero, come ti ho dimostrato, ti assicuro che anche quello a cui assisterai tra qualche mese sarà assolutamente reale.

Tu hai bisogno del mio aiuto più di quanto tu stesso percepisca, e io ho bisogno del tuo aiuto per poter raggiungere le persone e “svegliarle”.

Ho bisogno di te, perché insieme a me e a milioni di persone noi formiamo il mercato, e se riusciamo a cambiare lo schema mentale del mercato dando maggior consapevolezza, le aziende saranno costrette a cambiare strategie e ad adeguarsi a noi, rispettandoci.

Chiedi ai tuoi conoscenti di iscriversi alla mia newsletter inviando una mail all’indirizzo emmanuele.macaluso@gmail.com, aggiungimi tra i tuoi contatti su Facebook e chiedi ai tuoi amici di fare lo stesso, oppure seguimi e fammi seguire attraverso i canali che ti metto a disposizione (la lista completa è sul mio sito all’indirizzo http://www.emacaluso.com/).

Nei prossimi mesi metterò on-line un video nel quale ti spiegherò tutto meglio e a novembre in una serata divulgativa presenterò ufficialmente il progetto.

Ti chiedo di starmi accanto, insieme alle tantissime altre persone che hanno già deciso di farlo.

È un tuo interesse e una tua responsabilità. Ora non puoi più dire di non sapere.

A presto e grazie per la tua attenzione, ti terrò informato sugli sviluppi del progetto… in un modo o nell’altro.

Emmanuele Macaluso

venerdì 11 marzo 2011

NUCLEARE NO, NUCLEARE SI... IN TUTTI I CASI STRATEGIE DI MARKETING DISCUTIBILI E FUNDRAISING!

ISSUE n° 14 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura 7 minuti)


“Non riusciremo mai a vedere, fino a quando continueremo
a credere ciecamente a ciò che ci fanno guardare”
Emmanuele Macaluso
­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­_______________________________________

Questo mese desidero parlarti di un caso che ha scatenato un certo scalpore negli ultimi mesi.
Qualche mese fa il Forum Nucleare Italiano ha diffuso uno spot attraverso il quale poneva l’attenzione sulla tematica del nucleare.
http://www.youtube.com/watch?v=R29l7GkBl64

Lo spot in questione ha ricevuto molte critiche per la scelta di alcuni fattori comunicativi, che l’hanno resa troppo simile ad una pubblicità sociale/pubblicità progresso, utilizzando, secondo i detrattori, delle tecniche di comunicazione ingannevoli e in alcuni casi al limite del subliminale.
Oltre a questi fattori vi erano anche informazioni a dir poco “discutibili”.
Senza calcolare che il Forum nasce come “associazione no profit” (però molto gradita ad alcuni colossi dell’energia quali Eni, EDF, Ansaldi Nucleare ecc.)

La pubblicità in questione è stata giudicata inappropriata dal Gran Giurì e ora viene trasmessa modificata.

http://www.youtube.com/watch?v=3VTKyEj2IYw
Concludo questa parte del post con alcune considerazioni di natura tecnica, per potermi poi concentrare sulla cosiddetta controparte.

prima considerazione: lo spot aveva una volontà divulgativa, sicuramente non schierata apertamente, tuttavia bastava andare sul sito del Forum Nucleare Italiano per conoscere le idee dell’associazione.
Ritengo che sia opportuno, visto che oggi ne abbiamo i mezzi, informarsi a seguito della visione di uno spot e non “credere” ciecamente a quest’ultimo. Le posizioni del Forum del Nucleare sono chiare come anche i curricula di alcuni “professionisti” dello stesso.

Seconda considerazione: La scelta comunicativa non ha segnato un’indicazione netta del committente dello spot, in questo concordo con la sentenza del Giurì. Tuttavia non posso non pensare a quanto abbia portato in termini di attenzione la battaglia mediatica che si è scatenata sull’argomento. I detrattori dello spot, in un certo senso, sono diventati gli stakeholders della loro controparte.
Anche in questo caso ho l’impressione che il comportamento umano sia stato preventivamente controllato da chi ha deciso di scegliere una linea comunicativa ambigua.

In altre parole ci sono cascati un po’ tutti.


Compresi me e te che di questo argomento ne stiamo discutendo adesso.
Anche su questo aspetto dovremmo ragionare!

Ma il bello secondo me deve ancora venire. Infatti, successivamente Greenpeace ha fatto uscire un suo spot, in cui la sua visione del nucleare era decisamente più netta. Tuttavia qualcosa ha colpito la mia attenzione.
http://www.youtube.com/watch?v=XJs0lP9Y3wI

La strategia di Marketing utilizzata è molto interessante, diretta, emozionale… in stile Greenpeace insomma. Una strategia vincente visto che ha portato il video ad avere moltissime visualizzazioni grazie al tam tam sul web.

E’ ovvio che il confronto con l’altro spot è a dir poco dovuto.

Lo spot del Forum era volto a creare un consenso attraverso un falso momento di dialogo e riflessione. Non si chiedevano soldi per il mantenimento della campagna o dell’associazione. In altre parole l’argomento “nucleare” era il fine della campagna stessa.

Nello spot di Greenpeace che ho visto in tv, alla fine dello stesso si chiedeva di sostenere Greenpeace con il 5 per 1000. Se poi andate a vedere lo spot sul canale ufficiale di Youtube
http://www.youtube.com/watch?v=XJs0lP9Y3wI, sul video appare un messaggio che se klikkato ti porta ad una pagina con delle ipotesi di donazioni mensili “regolari” mensili.

Per non usare parafrasi, ritengo corretto dire che lo spot di Greenpeace possa essere tecnicamente inserito nelle attività di fundraising.

In Conclusione: Nel primo spot “la questione del nucleare” è il fine, nel secondo è semplicemente il mezzo che deve portare al conseguimento di un altro risultato, cioè la raccolta fondi.

Nulla di male… la mia è un’analisi di natura puramente tecnica e di stile, visto che anche di stile, e in alcuni casi di opportunismo, si è parlato nel primo caso.

Premetto che non desidero criticare Greenpeace, in qualità di docente di sostenibilità sarebbe assolutamente inopportuno e insensato; e che non desidero prendere posizione in merito all’oggetto della disputa, cioè il nucleare, poiché ritengo di non averne i titoli e le informazioni necessarie a formarmi un’opinione oggettiva in questo momento. Anzi, rimango sempre molto stupito dalla quantità di esperti che si scatenano in queste dispute…

Quella che ho condiviso con te è solo un’analisi sulle modalità e le tecniche utilizzate. Spero di poter ricevere un tuo commento e che la discussione che si animerà possa portarci ad una crescita comune.

Grazie per l’attenzione

Emmanuele Macaluso


Di seguito i link che ho preso in considerazione per scrivere questo post:
http://www.forumnucleare.it/
http://www.greenpeace.org/italy/it/
http://www.greenpeace.it/stopnucleare/

ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER DEL MARKETING BLOG
Se il post o il blog trovano il tuo consenso, condividi le informazioni contenute con i tuoi amici e i tuoi contatti, chiedi e fai chiedere l’iscrizione alla newsletter utilizzando l’indirizzo
emmanuele.macaluso@gmail.com

Nei prossimi mesi avrò bisogno del tuo aiuto per divulgare un importante progetto.Cresci insieme a me e a noi!

giovedì 10 febbraio 2011

E’ PIU’ IMPORTANTE IL TESTIMONIAL O IL PRODOTTO? PERCHE’ SCEGLIERE SE IL CONNUBIO E’ PERFETTO!

ISSUE n° 13 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura 5 minuti)
E’ sempre stato difficile comprendere quanto un testimonial possa davvero incidere sui volumi di una campagna di comunicazione. E poi, meglio un testimonial famoso ma “esterno” all’azienda o meglio che sia l’imprenditore a metterci la faccia?

Personalmente penso che i testimonial migliori siano 2: l’imprenditore e i clienti.

Un buon esempio di utilizzo del concetto di testimonial/cliente è quello offerto da ING Direct, con l’ormai famoso Conto Arancio, mentre per quanto riguarda l’utilizzo degli imprenditori, possiamo rifarci ai vari Giovanni Rana, Amadori ecc.

Tuttavia, sono uscite delle cifre interessanti su quanto possa essere impattante l’immagine di un “fondatore” in attività importanti come il fundraising.
Se hai avuto la possibilità di utilizzare Wikipedia negli ultimi mesi, avrai notato sulla pagina di ogni voce un banner con la scritta “L’appello del fondatore di Wikipedia”.
Attraverso il suo appello Jimmy Wales, fondatore del progetto, richiedeva delle donazioni per permettere a Wikipedia di non ricorrere all’utilizzo di pubblicità sulle proprie pagine. Una vera e propria crociata per continuare a “essere liberi senza pubblicità”.
Beh, a quanto pare il Sig. Wales gode di un’enorme credibilità, enorme quanto la cifra che ha inondato il conto corrente della Wikimedia Foundation, la fondazione che gestisce il progetto.

Ecco i numeri:
16 milioni di dollari raccolti
500 mila donazioni
media di 22 dollari a donazione

Davvero niente male, non credi?

Questi dati sono estremamente interessanti, perché chiariscono tutti gli interrogativi con i quali ho iniziato il post di questo mese. L’efficacia della strategia aumenta esponenzialmente se il prodotto e il testimonial sono collegati direttamente… anzi, penso che sia corretto dire che se il testimonial ha acquisito credibilità attraverso il suo progetto, il ritorno volumetrico è praticamente garantito.
Questo concetto dovrebbe far pensare non solo le aziende ma anche le associazioni, che si trovano a dover creare strategie di fundraising sempre più aggressive.

In tutti i casi, penso che uno degli enzimi volumetrici di questo case history sia la speciale formula attraverso la quale Wikipedia funziona. I fruitori, che in molti casi sono anche “supervisori” del progetto, sono sicuramente diventati i primi donatori e stakeholders.

Aspetto un tuo parere, sentiti libero di commentare pubblicamente il post.
Al prossimo mese
Emmanuele Macaluso



Note correlate al post: i dati relativi ai volumi di donazione e agli importi sono stati tratti da “Il Fatto Quotidiano” di martedì 4 gennaio 2011, pagina 17. Nel caso volessi una copia in formato elettronico puoi richiedermela utilizzando il mio indirizzo mail.

ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER DEL MARKETING BLOG
Se il post o il blog trovano il tuo consenso, condividi le informazioni contenute con i tuoi amici e i tuoi contatti, chiedi e fai chiedere l’iscrizione alla newsletter utilizzando l’indirizzo
emmanuele.macaluso@gmail.com
Nei prossimi mesi avrò bisogno del tuo aiuto per divulgare un importante progetto.
Cresci insieme a me e a noi!

domenica 9 gennaio 2011

RIFLESSIONI SUL (NON) CASO WIKILEAKS

ISSUE n° 12 BLOG MARKETING

(Tempo di lettura 9 minuti)


Durante i miei interventi e le mie lezioni lo avrò detto decine di volte che esiste una differenza sostanziale tra il valore reale e quello percepito. Nessuno meglio di uno stratega lo sa.

Durante l’ultimo mese, i media e i bar sono stati invasi da due parole inglesi. La prima è “Wikileaks” e la seconda “Assange” (Julian ndr).

A parte queste due parole, non mi pare ci siano state altre novità. Ci è stato ricordato che il nostro premier ha una vita sociale e privata a dir poco “brillante”, gli iraniani non sono molto ben visti dai vicini (e forse neppure da quelli più distanti), Putin ha un portavoce d’eccezione, le notizie “derubate” sono state in primis salvate su un cd di Lady Gaga e altre cose del genere.

Wow! Grazie Wikileaks! Finalmente ora mi sento illuminato!

Migliaia di articoli scritti, interviste e un carrozzone mediatico che ha portato nonostante tutto questo a molto poco.

Al di là delle esagerazioni, nelle quali sono caduti gli stessi interessati, tra cui il ministro Frattini, che in un impeto di “non diplomazia” ha dichiarato che le notizie che stavano per essere diffuse sarebbero state “l’undici settembre della diplomazia” stessa, direi che forse è il caso di analizzare seriamente quanto e successo per prendere qualche spunto strategico e logico da poter utilizzare a nostro vantaggio.

Mi perdonerai se prenderò in considerazione il famoso “valore reale”, cercando di non guardare il dito ma la luna, per citare un vecchio e saggio detto popolare.

Desidero quindi condividere con te alcune riflessioni su alcune cose che mi hanno particolarmente colpito.

1) Il concetto di tempo è cambiato
E’ sempre più difficile creare un prodotto che sia davvero durevole nel tempo. Immaginate per quanto si sarebbe parlato del caso (o meglio non caso) Wikileaks se tutto fosse successo una decina di anni fa. Proprio così, siamo stati educati e abituati a tutto, divoriamo voracemente e viviamo ogni avvenimento con una sorta di “sindrome dell’usa e getta”, che alla fine non ci lascia nulla.
Per semplificare questo concetto, ti invito a pensare alla musica.
Conoscerai a memoria alcune canzoni degli anni ’60, ma quelle della penultima hit? La ricordi?
Una volta un prodotto o un concetto entravano a far parte della società attraverso una sedimentazione temporale decisamente più lunga nel mercato.

«Ora è tutto talmente veloce che il prodotto perfora il mercato ma non entra a farne davvero parte».

Ecco perché, quando avrai letto il titolo di questo post, forse avrai esclamato: «ancora!»…
Ti hanno abituato così… non te la prendere! Continua a condividere con me il tuo tempo e le mie riflessioni.

2) La strategia dell’attesa è ancora la più vincente
Di fatto il prodotto era “scarso”. Come ho scritto nel cappello introduttivo di questo post, nessuna notizia era davvero una news. Il vero prodotto era la fonte delle non notizie e non le notizie (visto la latitanza di quest’ultime).
Alcuni programmi giornalistici hanno addirittura fatto un countdown in attesa della messa on-line dei dossier e la fibrillazione dei media è cresciuta man mano che la data si avvicinava.
La strategia attuata da Assange e dal suo staff è stata corretta. Dichiarare in anticipo la data di messa on-line come se fosse un evento si è dimostrata una scelta vincente (forse perché in realtà era l’unica notizia).
Potrei dirti che fare il botto è facile, fare in modo che l’attenzione rimanga alta a lungo è invece la vera sfida da vincere e che Assange ha di fatto fallito. Su questo dovremmo riflettere a lungo.

3) Il testimonial ha rubato la scena al prodotto
Grave. Il genio Assange e il suo ego hanno annichilito il prodotto.
Facci caso, non si parla più di questioni diplomatiche imbarazzanti o altre cose del genere, ma di preservativi, presunti stupri, donazioni bloccate ecc.
Il testimonial è un fattore importante, diventato ormai fondamentale… purtroppo. Questo facilita di molto le strategie, però rischia (come in questo caso) di creare degli autogoal notevoli.
Bisogna rivedere le priorità e mettere l’ego in garage accanto alla Mercedes nera che ha accompagnato Assange in suite… ops, in carcere.

4) Ma è tutto vero?
Una delle cose che mi sono chiesto è stata:«Ma se avessi fatto io qualcosa del genere, che fine avrei fatto?». Forse te lo sarai chiesto anche tu. Se non lo hai fatto, fallo adesso.
Penso che mi avrebbero fatto sparire o forse comparire all’interno della mia auto con qualche problema di salute.
Assange provoca falsi allarmi, mette in agitazione le diplomazie di mezzo mondo e perché lo cercano? Perché ha avuto qualche rapporto sessuale apparentemente non consensuale senza preservativo. Buffo no?

Tu prova a non pagare il conto al ristorante e vedi cosa ti succede!

Te lo scrivo in modo che tu non possa dire di non saperlo, io non sono uno di quelli che crede ai complotti o cose del genere, però tutte questi "provvedimenti punitivi" nei confronti di Assange mi fanno pensare.
Va bene avere una buona capacità di negoziazione, però una tale velocità di uscita dal carcere è degna non di chi attacca il sistema, ma di chi ne fa parte.
Solo se fai parte del sistema, il sistema non ti punisce.

E’ una semplice dinamica di gruppo.

Tu vuoi far sapere qualcosa a qualcuno, ma non vuoi “sporcarti”, e allora che fai? Ti accordi con un terzo soggetto e gli fai dire delle cose, in modo che si assuma lui le responsabilità.

Non penso che Assange e qualche governo abbiano fatto un accordo vero e proprio, penso piuttosto che quello stesso governo possa aver messo Wikileaks nelle condizioni di aver facilmente accesso a delle informazioni riservate e precedentemente confezionate. Forse non tutti hanno collegato il fatto che il famoso “informatore” era a libro paga del governo in questione.

Conclusioni
Ci siamo trovati di fronte ad un prodotto vuoto.
Nonostante questo siamo riusciti a condividere delle considerazioni e riflettere su alcuni fattori strategici. Ma ancor di più, siamo riusciti a guardare la luna e non il dito. A quanto pare non è più una cosa così scontata purtroppo.
Lascia un tuo commento, mi farebbe piacere conoscere anche il tuo punto di vista.
Al prossimo mese
Emmanuele Macaluso