ISSUE n° 27 THE MARKETING BLOG
(Tempo di
lettura 9 minuti)
Se vuoi
che la gente “faccia suo” un concetto, basta ripetere di continuo il messaggio
che vuoi veicolare. E’ per questo che, dopo un decennio di tantra sulla libertà
della rete, pensiamo che il web sia una specie di mare libero, dove tutto sia
permesso.
Ma non è
così.
Ebbene
sì, siamo stati manipolati un’altra volta. E’ l’ennesimo esempio di strategia
di marketing applicata alla creazione di un immenso valore percepito.
La prova
più lampante ci viene fornita da Facebook.
Ecco alcuni esempi.
1) I dati sono soldi!
La
recente (e disastrosa) capitalizzazione in borsa del social network ci fornisce
un dato importante: I nostri dati hanno un valore!
Già,
perché il valore dei titoli non è dovuto al numero di utenti, ma all’immenso
numero di dati (diretti e indiretti) collegati agli utenti.
Nomi,
indirizzi mail, numeri di cellulari, geolocalizzazioni, informazioni sugli
interessi, sui gradi di relazione da intrecciare con gli altri utenti… un vero
e proprio mondo che a volte senza rendercene conto contribuiamo a costruire.
Dati che
diventano soldi! Non nostri ovviamente.
E qui
arriva la prima domanda:
- Qual è
la nostra capacità di sorreggere e mantenere in vista questo mondo che abbiamo
contribuito a costruire?
Nessuno!
I titoli vanno malissimo, le scelte di marketing sono disastrose e un bel
giorno (forse neanche troppo lontano) il sito chiuderà e venderà i nostri dati…
ammesso che ciò non sia già avvenuto.
2)Strategie di marketing disastrose e
controproducenti!
Alcune
scelte del social network stanno contribuendo ad allontanare gli utenti da
Facebook.
Ad
esempio, hai chiesto tu di aprire una tua casella mail nominativa a Facebook?
Già
perché qualche mese fa le caselle reali sono state “occultate” e al loro posto
sono comparse delle caselle di posta elettronica con il tuo nome . il tuo
cognome @ facebook.com… - E chi la voleva?
- Chi è
stato interpellato?
- E le
password dove sono?
Ma non
solo, un altro errore lo hanno commesso “imponendo” il “diario” al posto della
visualizzazione classica. Il diario, a detta della maggior parte degli utenti,
è meno…
ma la
cosa peggiore è stata la modalità con la quale ci hanno obbligati.
A me è
successo così: ogni tanto entravo nel mio account e il diario mi veniva
proposto. Io semplicemente ignoravo il messaggio perché non ero interessato. Un
bel giorno entro e al posto del “solito” messaggio mi trovo la data dalla quale
il MIO profilo passava nella visualizzazione diario.
- Chi lo
ha chiesto?
- Io il diario
non lo trovo strategicamente e visivamente valido, perché lo devo utilizzare?
- Perché
un utente deve essere trattato come un sottoposto che deve fare quello che gli
impone un “fornitore di servizi”?
Che
Facebook mi ridia il valore dei miei dati e mi liquidi allora!
3) Modalità e privacy
Quando mi
connettevo a Facebook qualche tempo fa (c’è del romanticismo in questa frase),
la finestra della chat mi indicava chi era on-line in quel momento. Quindi
potevo sapere indirettamente che quegli utenti erano davanti un pc, e
conoscendoli, sapevo dove trovarli…
Un
esempio di utilizzo indiretto delle informazioni… altro che “voli pindarici”
sulla privacy.
Ma adesso
è anche peggio. Perché ormai, sempre più spesso, al posto del punto verde c’è l’icona
del telefono.
Che
bello! Siamo sempre connessi!
- Ma
perché?
- Non
potremmo utilizzare un social network solo a tempo perso come si fa con le cose
futili?
Sembra
che siamo tutti dei dottori con la reperibilità H24… eppure la maggior parte
degli utenti di FB non “vivono” di comunicazione, e neppure sono importanti!
Molto
spesso sono ragazzini (quasi sempre cresciuti) che si danno un “tono” con il
tablet o lo smartphone di turno (facendo tra l’altro pubblicità gratis).
In tutti
i casi io so che posso raggiungere quelle persone e disturbarle mentre
mangiano. Geniale! Un consiglio: Comincia a chiamare chi ti sta antipatico all’ora
di pranzo, tanto non si farà problemi ad interrompere la chiacchierata con chi
hanno di fronte per risponderti!
In tutti
i casi la domanda finale è sempre e soltanto una: Sei tu a gestire il servizio
e il tuo Tempo sul web?
La
risposta è no!
Magari
qualche volta sarai stato infastidito perché qualcuno ha fatto una foto e tu
hai percepito di comparire sullo sfondo… hai pensato alla privacy e a tutte
quelle “menate”… e invece perfino io posso sapere dove sei, cosa fai, chi
incontri e cosa ti piace. Ovviamente lo sa anche Facebook e non mancherà l’occasione
di farti comparire sulla destra un
banner pubblicitario che casualmente tratta proprio quel prodotto compatibile
con i tuoi “ti piace”…
La rete
non è libera, è solo un metodo diverso (e più semplice) per “entrare in
contatto” con te, ovviamente senza farti gestire il rapporto.
Pensa,
perfino navigare su internet è un controsenso non libero!
Ti
racconto una cosa che mi sta succedendo in questi giorni. Pago la Vodafone
affinché con una chiavetta possa navigare dal mio portatile. Nelle settimane
scorse ho dovuto “scaricare” un po’ di materiale e documenti dal web e ho
superato il “limite” che mi ha imposto il mio gestore, cioè il mio fornitore di
servizi.
E che cosa
fa la Vodafone?
Mi limita la navigazione a 56 KB al secondo… un criceto è più veloce, non
riesco a caricare neppure un video su Youtube o a twittare su Twitter!
Chiamo
Vodafone e una signorina mi dice che Vodafone ha messo un “freno” alla mia
velocità di navigazione perché ho superato il limite di GB scaricabili. A quel
punto chiedo di pagare a parte la differenza e di poter riprendere a navigare
come al solito, (e come al solito non è comunque veloce!).
La
signorina mi dice che non è possibile e che il mio periodo di limitazione da
parte di Vodafone durerà fino al 27 settembre. Sono stato punito come dalla
maestrina! Sono in purgatorio fino al 27 settembre!
Quindi
concludendo ti devo far riflettere su questi fattori:
- Il web
non è libero, perché non sei tu davvero a decidere come utilizzare un servizio
ma vieni “guidato” dal tuo fornitore di servizi, lasci i tuoi dati, i quali
diventano soldi che non torneranno mai da te.
- Perfino
connettersi a internet non è un’azione
liberale, perché il tuo gestore, che è il TUO fornitore che ti dà il servizio dietro
corrispettivo pagamento, può serenamente limitare la tua capacità di navigare
senza metterti nelle condizioni di avere delle opzioni di navigazione adeguate.
Ora ti
invito a lasciare un commento qui di seguito, che come al solito sarà
preziosissimo e meriterà una risposta che però… potrebbe non arrivare subito!
Nel caso
non te la prendere, nulla di personale! La Vodafone mi ha limitato! Ma non temere, dammi
tempo e arriverò anche da te.
Al
prossimo mese
Emmanuele
PS. Ho
cercato di valutare di cambiare operatore, ma ovviamente le offerte erano
identiche. FORSE qualcuno ha “fatto cartello”, e se me ne sono accorto io in
mezz’ora non capisco perché chi deve vigilare non se ne sia ancora accorto. Forse
Internet non è l’unico mondo non libero!