giovedì 4 giugno 2020

CASE HISTORY: VITTORIA BUSSI E LA STRATEGIA DI MARKETING DIETRO IL SUO RECORD DELL'ORA



Vittoria Bussi nasce a Roma il 19 marzo 1987. Laureata in matematica pura all’Università La Sapienza di Roma prosegue la sua carriera accademica con un dottorato di ricerca a Oxford. Successivamente consegue il dottorato di ricerca in matematica e ottiene un posto di post-dottoranda nell'ICTP di Trieste.
L’unione tra la sua preparazione accademica e i risultati sportivi sono stati più volte sottolineate dai media.
Si avvicina al ciclismo nel 2013. Nel 2014 e 2015 partecipa ad alcune gare del calendario professionistico. Nel 2016 decide di intraprendere la preparazione per battere il record del mondo dell’ora in pista. Dopo quasi tre anni di preparazione, e dopo un 2017 che la vede battere il record italiano di specialità, il 13 settembre 2018, sulla pista di Aguascalientes (Messico), segna il nuovo primato del mondo percorrendo 48,007 km. Nel 2019 ottiene il Collare d’Oro al Merito Sportivo dalle mani el Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.


È il 29 maggio quando ci colleghiamo via Skype con Vittoria Bussi, la detentrice del  record dell’ora di ciclismo. Un record in suo possesso da quasi due anni. L’intervista si svolge da remoto per la situazione sanitaria Covid-19.
Vittoria è una donna determinata, che in pochi anni si è imposta come un’eccellenza della sua specialità. Guardando il suo curriculum sportivo, appare incredibile pensare che abbia deciso di correre in bici solo nel 2013. Un’escalation di successi che è il frutto della passione, ma anche di scelte oculate che hanno messo l’atleta nelle condizioni migliori per esprimersi.
Dotata di un buon motore che ha affinato in anni di mezzofondo nell’atletica leggera, Vittoria mal si adattava all’interno delle gare tattiche e tortuose in gruppo. Decide quindi di impegnarsi nelle gare contro il tempo, nelle quali è libera di sprigionare il suo talento e il suo potenziale. La sua dedizione e la determinazione hanno fatto il resto.
Durante la chiaccherata, colpisce infatti una frase che Vittoria sfodera con una certa scioltezza, a dimostrazione del fatto che ormai l’ha fatta sua:«Bisogna puntare alla Luna. Mal che vada si colpisce l’aquila». Una frase che racconta molto del carattere di questa atleta.
Ma lei non è solo questo. Non è un’atleta che deve prepararsi ad affrontare le sfide solo in sella.

Non essendo appoggiata da un team o da un gruppo sportivo, il suo tentativo di battere il record dell’ora è stato gestito da lei e dal suo ristretto entourage in modo autonomo e indipendente. Un approccio che rende il raggiungimento dell’impresa ancora più arduo.
Vittoria prova un primo attacco al record nel 2017. Battere quel primato non vuol dire “girare per un’ora a testa bassa” su una velodromo, ma è molto più complesso di quello che si potrebbe pensare. Ci sono necessità legate alla logistica, all’attrezzatura specifica, agli allenamenti e anche ai controlli antidoping. Tutto questo (e molto altro) ricade sugli organizzatori del tentativo. Vittoria, ai tempi dell’organizzazione del tentativo del 2017 non è ancora conosciuta e (secondo lei) non ha abbastanza credibilità nell’ambiente in termini di risultati. Cerca degli sponsor, ma il supporto che ottiene è minimo. Decide quindi di investire autonomamente su se stessa e di provare comunque il tentativo.
Risultato? Non batte il record mondiale ma ottiene il secondo miglior risultato di sempre e il primato italiano.

Questo risultato le dà consapevolezza. Ricontatta gli sponsor con i quali aveva dialogato per il tentativo del 2017. Tra questi, uno in particolare (Endura), decide di investire sul tentativo che Vittoria sta programmando in modo più strutturato per il 2018. Le relazioni che l’atleta/manager ha creato l’anno precedente, hanno portato ad una buona percentuale di copertura finanziaria e contemporaneamente alla creazione di partnership tecniche e forniture ufficiali da parte di altre aziende.
Vittoria e il suo team si dividono quindi tra azioni di management e gestione degli allenamenti. Dopo un anno di totale concentrazione sull’obiettivo, su e giù dalla sua bici da crono, Vittoria Bussi il 13 settembre 2018, sulla pista di Aguascalientes (Messico), segna il nuovo primato del mondo. È la prima donna che abbatte la barriera dei 48 km. Ne percorre infatti 48,007 km.

Quella di Vittoria è una storia di successo solida e concreta. È la storia di una donna che raggiunge un obiettivo assoluto non solo con il cuore, ma con la testa e la collaborazione delle persone giuste. Al di là della retorica, che sarebbe facile usare nello storytelling di questa storia, si possono riscontrare alcuni fattori che sono tecnici.

Il primo è di natura sportiva. Infatti l’atleta capisce qual è il suo talento e quali sono le aree techiche che per lei rappresentano un limite. Decide quindi di scegliere una disciplina che possa metterla nello condizioni di esprimersi al meglio. Sceglie di dare maggiore attenzione alle corse contro il tempo, perché lì può fare la differenza.

Il secondo è di natura gestionale extrasportiva. Vittoria si testa e capisce quale può essere l’obiettivo sportivo da raggiungere. A quel punto però deve ragionare su come creare le condizioni per batterlo e come organizzare il tentativo. Si toglie il casco aerodinamico e diventa manager di se stessa. Pianifica, acquisisce informazioni, crea contatti e cerca di farsi sponsorizzare. In parallelo studia le possibilità che ha di autofinanziarsi. Fa le sue scelte e porta avanti il tentativo del 2017.
Per il tentativo del 2018 riesce a trovare degli sponsor e dei partner. Secondo Vittoria è per la credibilità che ha ottenuto con il primo tentativo. Secondo la nostra esperienza è perché ha potuto utilizzare delle relazioni che aveva già in qualche modo tessuto l’anno precedente e - sempre secondo noi - quella seconda prestazione al mondo del 2017 le ha dato ancora più convinzione. A questo si aggiunga anche la maggiore esperienza nella gestione extrasportiva. Quanto percentualmente contino le rispettive posizioni è difficile da comprendere. Quello che conta però è che sia stata la Bussi a portare a casa il risultato tecnico che le ha permesso di raggiungere quello sportivo.

Il potere delle relazioni nella gestione delle sponsorizzazioni è fondamentale. Chi si occupa di questo professionalmente lo sa. C’è una cosa che ci ha colpito della protagonista di questa intervista: la serietà. Vittoria è una donna che sorride facilmente. A volte per cortesia, spesso perché ragiona. Ma quando si parla dell’aspetto manageriale della sua attività in bici è solida. Concreta.
Al punto che dopo il primato del mondo, continua ad allenarsi e ad affinare la sua tecnica a cronometro. Parallelamente continua anche la sua attività manageriale, con la fondazione della BJ Bike Club ASD, la squadra per la quale corre e per la quale utilizza i suoi risultati e la sua credibilità per trovare sponsor che la supportino nella sua carriera agonistica.
Ad affiancarla, aziende di riferimento nelle rispettive aree di mercato. Oltre ad Endura infatti, Vittoria vanta il supporto di: Ceramicspeed, Febametal, Giant, IRR, Liv, Open, studio dentistico Rovelli, Vittoria, Warew e Walker Brothers. In rigoroso ordine alfabetico.

Grande attenzione anche per l’utilizzo dei social media. In un mondo che sempre più spesso diventa virtuale, con un selfie “filtrato” al minuto, Vittoria usa i social solo quando ha qualcosa da dire. Senza trucchi. Diretta. Ed è seguitissima. Forse i numeri possono apparire inferiori rispetto a quelle di altre sue colleghe (decisamente più social), ma il grado di coinvolgimento e interazione ai post da parte della sua platea è altissima. In altre parole non le mettono il like per cortesia o perché è carina, ma perché l’ascoltano e la seguono davvero.

Concludiamo l’intervista chiedendole di parlare di qualcosa che le sta a cuore in questo momento. Lei sceglie di parlare della cultura dello sport in Italia. È rimasta poco positivamente colpita da come sono stati trattati gli atleti durante le fasi più restrittive dell’emergenza coronavirus. Mentre in altri Paesi gli atleti sono stati usati come modelli di benessere e salute, in Italia si è fatto un decreto per non farli allenare e limitare lo sport.
Una scelta che ha messo in evidenza un limite che è prima di tutto culturale.

Attualmente Vittoria Bussi è impegnata negli allenamenti per la cronometro ai prossimi campionati italiani che dovrebbero tenersi a ottobre, qualora il calendario non subisca cambiamenti a causa del Covd-19.
Continueremo a fare il tifo per lei, non solo come atleta ma anche come manager. Il suo progetto ha tutte le carte in regola per diventare un case history. E chissà che il futuro, oltre alla sua carriera agonistica, non la veda protagonista nel mondo dello sport come dirigente.

Vi invitiamo a visitare il sito di Vittoria Bussi all’indirizzo https://vittoriabussi.it/

Emmanuele Macaluso